
Sei mesi fa l'approvazione nell'Unione Europea di 'Adatto per 55' (“Target 55”, nella sua versione spagnola). È un proposta di modifica legislativa che mira a preparare l'UE a raggiungere gli obiettivi fissati dalla cosiddetta “Legislazione europea sul clima” (Regolamento (UE) 2021/1119): ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra (GHG) di almeno il 55% entro il 2030 ( rispetto al 1990) e diventare un continente climaticamente neutro entro il 2050.
Il significato del contenuto di questa proposta rende conveniente ricordarne gli aspetti più rilevanti, poiché 'Fit for 55' mira a indirizzare un cambiamento radicale nei settori economico, sociale e industriale che garantiscono una transizione equa, competitiva ed ecologica. Non c'è dubbio che se queste modifiche legislative verranno applicate, le modifiche saranno ampie e profonde e dovrebbero essere positive per (i) innovazione, investimenti e occupazione; (ii) ridurre le disuguaglianze (tra chi può permettersi tecnologie pulite e moderne basate sulle energie rinnovabili, e chi non ha alternative a quelle vecchie e inquinanti); e (iii) proteggere i diritti delle generazioni future.
'Fit for 55' specifica alcuni aspetti del Green Deal europeo del 2019, fondamentalmente il raggiungimento del neutralità climatica ed energia pulita, affidabile e conveniente. Costituisce una proposta densa, con molteplici aspetti rilevanti, di cui si evidenziano i seguenti:
- Il sistema di scambio di quote di emissione (EU ETS) e la sua applicazione è estesa ai trasporti marittimi, stradali e agli edifici. Entro il 2030, i settori coperti dalla revisione dell'ETS dell'UE (produzione di elettricità, settori industriali ad alta intensità energetica e settore aereo e marittimo) dovranno ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra del 61% (rispetto al 2005); si propone inoltre di eliminare gradualmente le quote gratuite per il settore dell'aviazione. Il trasporto su strada e gli edifici avranno un sistema separato.
- Molto rilevante è la previsione di un meccanismo di adeguamento delle frontiere delle emissioni di carbonio, che mira a prevenire il trasferimento della produzione dell'UE ad altri paesi in cui gli obiettivi di riduzione delle emissioni sono meno ambiziosi. Questo meccanismo graduale fisserà un prezzo all'importazione di un numero limitato di beni in base al loro contenuto di carbonio e dovrebbe garantire che i prodotti nazionali e importati paghino lo stesso prezzo per il carbonio e che, pertanto, siano non discriminatori e compatibili con l'OMC norme e altri obblighi internazionali dell'UE.
- Vari standard vengono aggiornati e rivisti, tra l'altro:
-
- La Direttiva sul tassazione energetica, per armonizzare le aliquote minime per i combustibili per riscaldamento e trasporto, mitigandone l'impatto sociale, eliminando le esenzioni e altri incentivi per l'uso dei combustibili fossili e promuovendo l'adozione di combustibili puliti.
- Il regolamento di condivisione degli sforzi, per autorizzare gli Stati membri ad adottare misure nazionali sulle emissioni nei settori dell'edilizia, dei trasporti, dell'agricoltura, dei rifiuti e della piccola industria, ottenendo così una riduzione del 40% delle emissioni di questi settori nell'UE entro il 2030 (rispetto al 2005) .
- Il regolamento su cambiamento di uso del suolo e silvicoltura, per invertire l'attuale tendenza alla riduzione dell'assorbimento di CO2 e aumentare la qualità e la quantità delle foreste dell'UE e di altri pozzi naturali di carbonio.
- La Direttiva sul fonti di energia rinnovabile, di aumentare l'obiettivo vincolante globale dall'attuale 32% a un nuovo livello del 40% di energie rinnovabili nel mix energetico dell'UE
È inoltre prevista la definizione di norme su una nuova infrastruttura per i combustibili alternativi, su combustibili più sostenibili per l'aviazione (ReFuelEU) e su combustibili più puliti per il trasporto marittimo (FuelEU), nonché norme più rigorose sulle emissioni di CO2 di automobili e furgoni.
- Per facilitare l'attuazione di tali proposte, si prevede, come misure di sostegno, il utilizzo delle entrate, in particolare attraverso il nuovo Fondo sociale per il clima e il miglioramento dei fondi per la modernizzazione e l'innovazione, oltre al bilancio a lungo termine dell'UE e al piano di ripresa dell'UE ("NextGenerationEU").
- Per concludere questo breve rimando al contenuto della presente proposta, si evidenzia il riconoscimento di tre fatti rilevanti:
-
- Si riconosce che l'azione dell'UE da sola non è sufficiente per ottenere una lotta efficace contro il cambiamento climatico, si esplicita che l'UE rimane pienamente impegnata nell'ordine mondiale multilaterale e si rivolge un appello ai partner di tutto il mondo affinché collaborino.
- L'istruzione e la formazione sono riconosciute come fondamentali per aumentare la consapevolezza e creare capacità per l'economia verde.
- È noto che le crisi del clima e della biodiversità non possono essere affrontate separatamente e devono quindi essere risolte insieme.
Insomma: l'UE continua a compiere passi nella direzione del raggiungimento di un'economia decarbonizzata e sostenibile. È un cambiamento radicale nel campo economico, sociale e industriale che coinvolge l'intera società. Nonostante la difficoltà dell'obiettivo, bisogna pensare che è una strada senza ritorno. È necessario adattarsi.

Carlos de Miguel Perales
Avvocato. Professore presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Comillas-Icade. Condirettore del Gruppo di Lavoro 'Emergenza climatica e gestione delle acque' di Fide.
Articolo originariamente pubblicato nel blog Fide del confideufficiale