
Forum Cinema, Letteratura e Giurisprudenza
Periodicamente organizziamo nel forum, sessioni di dibattito finalizzate all'analisi giuridica di opere letterarie in cui il background giuridico gioca un ruolo speciale. Negli ultimi anni, abbiamo anche concentrato la nostra analisi sui grandi film che soddisfano le stesse condizioni.
Mario Garces Sanagustin
Michelangelo Lombardia
pubblicazioni
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29 ottobre 2019
Intervengono:
Mario Garces Sanagustin, Deputato al Congresso dei Deputati di Huesca (PP). Revisore dei conti e revisore dei conti dello Stato e Ispettore del tesoro dello Stato in aspettativa. Membro del Consiglio Accademico di Fide.
Miguel Lombardia del Pozo, Magistrato della Sezione 19 del Tribunale provinciale di Madrid. Professore di diritto processuale, UNED
sintesi:
Dodici uomini, che fanno parte di una Corte di Giuria, devono deliberare e pronunciarsi su a caso di omicidio. All'inizio, per la maggioranza, undici di loro, il caso non ci sono dubbi e la colpevolezza è evidente, gli elementi indiziari indicano la paternità dell'omicidio da parte dell'imputato e sembra che la deliberazione sia un processo breve e semplice. Uno di loro, però, mostra i suoi dubbi e non è convinto e, poiché il verdetto di colpevolezza richiede l'unanimità, è necessario proseguire la deliberazione nel corso della quale prendono forma le argomentazioni del dissidente e gli altri membri della giuria cambiano parere. .
L'argomentazione e il ragionamento deduttivo appaiono come elementi definitivi dell'opera, ma anche il clima teso e soffocante in cui emergono i pregiudizi e le miserie dei partecipanti, in un approccio semplice e "teatrale", in cui le risorse impiegate sono ridotte, che esalta ulteriormente il carattere magistrale del lavoro di Lumet e quello degli interpreti.
Da una critica allo stesso sistema giudiziario si sottolinea l'insignificanza con cui si approccia inizialmente la pena di morte e la contaminazione personale e soggettiva nella decisione nonché pregiudizi di ogni genere (sociale, professionale, età ... ecc.) nel film, che è passato alla storia come un vero capolavoro.
Il dibattito ci ha dato la possibilità di approfondire e analizzare tutti questi aspetti in un mondo dove l'analisi a volte vertiginosa della realtà può talvolta condurci alla più grossolana superficialità.
16 gennaio 2020
Intervengono:
Mario Garces Sanagustin, Deputato al Congresso dei Deputati di Huesca (PP). Revisore dei conti e revisore dei conti dello Stato e Ispettore del tesoro dello Stato in aspettativa. Membro del Consiglio Accademico di Fide.
Miguel Lombardia del Pozo, Magistrato della Sezione 19 del Tribunale provinciale di Madrid. Professore di diritto processuale, UNED
sintesi:
"Beh, penso che dovrebbero rimuovere la parola compassione dal dizionario inglese", esclama Emma Thompson a un punto del film in cui dà vita al personaggio di Gareth Pierce. "Nel nome del padre" è un film sull'eterno ritorno dei rapporti tra genitori e figli, l'apprendistato forzato e convulso di un giovane che diventa uomo in carcere, un inno alla libertà dall'oppressione, una descrizione soggettiva della vendetta quando diventa un rito, un inno alla dignità dopo essersi lasciati alle spalle la crudeltà. Ma oltre a questo e anche dietro a tutto questo, c'è un film sull'errore giudiziario e sulle conseguenze di ogni tipo che comporta.
Quando, nel giugno 1991, la Corte d'Appello di Londra annullò la sentenza a seguito dell'emergere di nuove prove aggiuntive che erano state nascoste alla difesa, l'intero sistema giudiziario britannico fu scosso e indusse una riforma della procedura penale, probabilmente la più importante nel ultimi decenni nel Regno Unito. In conseguenza di questa riforma, la pianificazione e la selezione delle prove si è concentrata sin dall'inizio sul pubblico ministero, evitando così di essere relegata a mera funzione di stampaggio in gomma delle indagini di polizia. È stato inoltre rafforzato il principio della "parità delle armi", garantendo un'adeguata disciplina degli obblighi di divulgazione del materiale probatorio o "divulgazione". Insomma, una nuova occasione per verificare le motivazioni di un cambiamento del diritto processuale basato sull'assimilazione e il superamento degli errori commessi.
9 marzo 2020
Intervengono:
Mario Garces Sanagustin, Deputato al Congresso dei Deputati di Huesca (PP). Revisore dei conti e revisore dei conti dello Stato e Ispettore del tesoro dello Stato in aspettativa. Membro del Consiglio Accademico di Fide.
Miguel Lombardia del Pozo, Magistrato della Sezione 19 del Tribunale provinciale di Madrid. Professore di diritto processuale, UNED
sintesi:
Joe Wilson è un uomo accusato ingiustamente di un crimine e imprigionato ingiustamente. Attraverso una serie di incomprensioni, pettegolezzi e bufale sul crimine, la rabbia della cittadina di Strand si scatena e la folla inferocita si dirige in prigione per il linciaggio, mentre falliscono danno fuoco all'edificio, ma nonostante questo Wilson può scappare e segretamente progetta di portare in tribunale gli istigatori di tale azione.
Storia inquietante che contiene una dura critica alle azioni delle masse che, in nome di quella che dovrebbe essere la vera giustizia e di quello che oggi è noto come allarme sociale, traboccano dallo Stato di diritto. La disumanità di questo comportamento si riflette nella dura scena in cui le persone assistono in attesa, con vera furia omicida, l'incendio dell'edificio.
Nel processo contro gli istigatori viene innalzato un muro di silenzio, inteso anche a scusare le azioni dell'imputato per inerzia dei pubblici poteri. Anche le autorità che non se la cavano bene visto che la loro negligenza si riflette nell'invio della Guardia Nazionale a controllare la rivolta. Malvagità e dicerie infrangono la qualità morale della società di Strand.
Il linciaggio fisico è stato in passato un fenomeno non infrequente in alcuni Stati nordamericani, ora dobbiamo chiederci se nella nostra società concetti come "opinione pubblica", "allarme sociale" o "giustizia cittadina", nascondano al più presto pratiche simili In breve, intende superare lo stato di diritto e le garanzie procedurali con una pressione inaccettabile sulle Corti di giustizia.
Coordinamento accademico: Vittoria Dal Lago